Ogni volta che penso di sapere qualcosa, il dubbio inizia ad assalirmi come un branco di piranha. E quel maledetto mantra di Socrate, so di non sapere, inizia a risuonarmi nelle tempie come un monito oscuro.
L’italiano è una lingua ricchissima, con un patrimonio di centinaia di migliaia di parole. Eppure, col passare del tempo, il lessico a nostra disposizione sembra restringersi sempre di più.
Anche a te è capitato di vivere sprazzi di irrefrenabile ambizione, anche quando le condizioni oggettive non erano proprio a tuo favore?
Ogni giorno, un blogger si sveglia e sa che dovrà correre più di uno youtuber, e di un instagrammer, e di un influencer.
Se hai già sentito parlare della libertà finanziaria, siamo in due. Se non hai la più pallida idea di come ottenerla, siamo ancora in due.
Verrà un giorno in cui ti dovrai fermare. Verrà un giorno in cui dovrai guardarti indietro e riflettere attentamente sul cammino che hai percorso.
Chi di noi non vorrebbe lavorare lasciandosi cullare dal crepitio del camino o dalla dolce melodia di una pioggerellina fuori dalla finestra?
Pare che nell’antichità i filosofi stoici fossero abituati ad aspettarsi il peggio da ogni situazione. Detta così, sembra una cosa pessimista a livelli cosmici, contro la quale non potrebbe nulla neanche il più potente degli ansiolitici.
Su questi schermi abbiamo già visto perché nessuno ci troverà mai su Google. E come un certo Salvatore Aranzulla sia riuscito a fare tanti soldi e al tempo stesso anche ad aiutare il prossimo proprio grazie ai motori di ricerca.
Oggi mi odierai, lo so. Ti vedo già che mi odi. Infatti, oggi, voglio proporti un esercizio mentale particolarmente impegnativo, talmente disumano e massacrante che preferirai gettarti tra le braccia del sergente Hartman di Full Metal Jacket.
Prima di compiere diciotto anni, devi saperlo, non avevo ancora un cellulare mio. E in casa avevamo una connessione che viaggiava alla lumacosa velocità di 56 Kb.
Ti sei mai chiesto perché il web sia stracolmo di contenuti gratuiti? Possibile che al mondo ci siano così tante persone generose che si sbattono a girare video o redigere guide chilometriche in cambio di nulla?
Potrebbe andare peggio, potrebbe non funzionare internet. Recita così il meme di Igor, icona del film Frankenstein Junior, che circola in questi giorni sui social. Come dargli torto, d’altronde?
C’era una volta in cui i videogiochi erano tutto, per me. Erano un’evasione, uno sfogo, una sfida. Da divano, certo, ma pur sempre una sfida.
I robot ci porteranno via il lavoro, a quanto pare, e anche il mestiere di modello/a è destinato a estinguersi come un brontosauro.
Non mi è mai piaciuto dare e/o ricevere consigli. Non che adesso ne vada matto, sia chiaro. Però, guardandomi alle spalle con mente un po’ più fredda, devo ammettere di averne ignorati alcuni davvero preziosi.