Mi scuso fin da subito che se questa cronaca risulterà un po’ disordinata e lacunosa, ma d’altronde ero troppo impegnato a lustrarmi le cornee e/o scongiurare un colpo apoplettico, e va da sé che molte cose, anche ghiotte e interessanti, mi saranno sfuggite da sotto al naso.
Dritte logistiche per il RiminiWellness
Dove alloggiare?
Se non ci tieni in modo particolare alla movida riminese, consiglio le città limitrofe: Viserba, Viserbella o Rivabella. Sono a due passi dalla fiera e decisamente più tranquille rispetto al centro, e anche lì il mare non manca.
Come arrivare in fiera?
Scordati l’auto, perché i parcheggi costano circa 15 euro al giorno (a prescindere da quanto tempo ci resti) e sono grossomodo delle praterie sterrate e battute dal sole. Se non ti va di prendere una bici, i mezzi di collegamento più veloci sono gli autobus, anche se le corse sono un po’ pochine. Preparati a inscatolarti come una sardina e strusciarti contro i bicipiti di qualche abbronzatissima e pompatissima Wonder Woman.
Ma ci sono le docce e gli spogliatoi?
Ecco, questa domanda mi ha angustiato fin dal primo istante. Vado lì, corro, ballo, sudo, sguazzo in piscina, e poi come mi cambio? Ebbene, sappi che è una fiera, baby, e non una palestra. Non troverai da nessuna parte né docce né spogliatoi.
Al massimo ci sono i guardaroba a pagamento dove puoi lasciare la borsa con i tuoi preziosissimi averi (sicuro di volerlo fare?) e se vuoi cambiarti, ci sono, ehm, i bagni. Insomma, l’ideale è arrivare lì già pronti per il fitness ed eventualmente portarsi una maglietta di ricambio nello zaino.
Eh già, e lo zaino dove lo mollo?
Niente, lo tieni con te tutto il tempo. Se devi fare qualche corso, lo puoi lasciare sotto al palco o ai margini dello stand, e alla fine sperare di ritrovarlo lì.
Ah, una dritta per le signore: i bagni sono presi letteralmente d’assalto e consiglio di ripiegare su quelli che trovate nella hall principale, sotto le scale.
Dove mangiare? Dove abbeverarsi?
Non mangiare in fiera, ti pelano. Fai la spesa al mattino e, come si direbbe a Milano, preparati la “schiscetta”. Nei bar interni, ho pagato la ragguardevole cifra di 1.30 euro per una bottiglia d’acqua da mezzo litro. Considera che, nei giorni più intensi, ho dovuto ingollarne tre litri per reidratarmi. Quanto avrei speso se non me la fossi portata da casa? E’ vero, i bottiglioni nello zaino pesano, ma è una fiera del fitness! Bisogna pure fare un po’ di fatica, non ti pare?
I corsi si pagano?
La maggior parte dei corsi e delle lezioni sono gratuiti, ma alcuni vanno prenotati prima e possono richiedere una registrazione. Molti si tengono in ampi palchi o addirittura in interi padiglioni. Quindi basta presentarsi lì poco prima dell’inizio e, semplicemente, entrare.
Impressioni a caldo
La Romagna. Il top, e non ho altro da aggiungere.
Il quartiere fieristico. Non sarà un gioiello architettonico come quello di Fiera Milano, ma io l’ho trovato funzionale e comodo da girare in lungo e in largo. Si trova tutto al primo colpo, servizi compresi.
Già dopo il primo giro di orientamento, la mappa non mi è più servita e, nonostante la folla oceanica, raramente mi sono trovato “imbottigliato” da qualche parte.
Allestimento degli stand. Per chi è abituato alle fiere milanesi, il layout espositivo fa storcere un po’ il naso. Molti stand erano impressionanti, sia chiaro, ma alcuni padiglioni mi sono sembrati davvero degli accampamenti in stile “chi prima arriva, meglio alloggia”.
Tum tum tum, sempre e ovunque. Se c’è una cosa che mi ha dato sui nervi, è proprio l’eccessivo, incessante, onnipresente TUM TUM TUM. Sul serio, va bene che siamo a Rimini, va bene che la musica serve a dare la carica, ma io l’ho trovata decisamente alta e fastidiosa.
Il mio pensiero va a quei coraggiosi che sono riusciti a fare yoga mentre le pareti e il pavimento rimbombavano letteralmente a causa del mefistofelico frastuono.
OMMMMMM.
Highlights
Già all’ingresso, si può notare questo simpatico marchingegno della Matrix che simula il “salire le scale”. Qualcuno, per favore, dica a quest’uomo che non arriverà mai da nessuna parte.
Allo stand della Prozis, sono rimasto un po’ perplesso. Mi aspettavo chissà che, chissà cosa, e invece mi sono imbattuto in questo tizio in camicia che, con movenze scimmiesche, si ammazzava di trazioni alla sbarra. In camicia, ohibò! Qualcuno gli dica che siamo alla fiera del fitness e non alla Baia Imperiale, almeno credo.
I visitatori di RiminiWellness sono tutti in forma smagliante. E’ davvero impossibile trovare qualcuno con le “manigliette” o l’epa ballerina, però io mi sono messo di impegno e ne ho scovato uno. Eccolo qui, ma vedo che si sta già attivando per rimediare. Keep it up!
Passeggiando tra gli stand, mi sono imbattuto per caso nel pugile Clemente Russo. Non sono riuscito a fotografarlo, ma posso testimoniare che, dal vivo, quest’uomo è bello da fare schifo. Ha un viso da fotomodello, davvero, difficile credere che abbia preso tutti quei pugni in faccia durante la sua carriera. Mi chiedo: qualcuno gli ha mai dato DAVVERO un pugno in faccia?
Autostima del sottoscritto: azzerata.
Ho intravisto anche Yuri Chechi che parlava da un palco, senza più un capello in testa. Diceva cose interessanti? Non ne ho la più pallida idea. Avevo già i timpani brasati. 🙁
Ecco (più o meno) che cosa ho visto, fatto e sperimentato
Dopo un giretto veloce, mi presento al bellissimo stand della Functional Training School. Qui ho prenotato una lezione di FREE! Fascial Real Emotion tenuta da Ester Albini, dove mi aspettavo una mezz’oretta facile facile, disteso comodamente su un tappetino, e invece, ehm, no.
Non saprei né ripetere né ricordare un singolo movimento a corpo libero di questa tecnica miofasciale. Si parte piano per poi aumentare di intensità. Anche se non sembrerebbe, la schiena si scioglie, le articolazioni si sbloccano e ti senti bene come dopo una corsa.
Come ciò possa avvenire, resta ancora un mistero per me, ma funziona. Strabiliante.
Eccomi qui, intanto, mentre alzo un braccio verso Ester per chiedere un chiarimento, oppure una pausa, non mi ricordo tanto bene.
Tra le milioni e milioni di attività in programma, mi sono lasciato incuriosire dalla JindaFit, una danza africana ideata da D’Jack Tchinda, che immagino sia africano pure lui. Richiede dei movimenti pelvici difficilmente replicabili da un comune essere umano, ma che dire, anche la “Jinda” mantiene le promesse. Dalle gambe fino al tronco, senti i muscoli più forti e tonici. E’ un lavoro completo e divertente.
Da provare, soprattutto se hai l’agilità e la scioltezza di un arbusto.
Non potevo non provare invece lo SparringBall®. Sei all’aperto, sotto il sole e in balia della musica, e ti trovi davanti a questa ogiva molleggiata da prendere a pugni come se fossi il più accanito dei boxeur. Già, pensi di colpire lo sparring, ma in realtà è lui a colpire te.
Hai bisogno di fiato e coordinazione, perché è la musica a dare il ritmo.
Anche qui, i minuti sembrano non finire mai e ne esci con la lingua a penzoloni. Sono tentato di comprarmi uno di questi cosi, magari da tenere in ufficio. 🙂
Il giorno successivo, eccomi puntuale allo stand della Functional Training School, questa volta per sottopormi al temutissimo “Boot Kamp”. Un massacrante circuito di esercizi funzionali, sia con attrezzi sia a corpo libero, naturalmente scanditi dall’immancabile TUM TUM TUM.
Anche qui è stato tutto professionale e super organizzato, con il personale sempre vigile e pronto a correggermi ogni volta che cannavo l’esercizio, e cioè SEMPRE. In questa foto sembra che io mi stia per arrendere, e invece mi stavo preparando per l’ennesimo squat. Al rallentatore.
Dopo essermi ripigliato, mi fiondo verso il palco sponsorizzato dalla Skechers per provare il Piloxing. Che minchia è? Un audace connubio tra pilates (Che minchia è il pilates? Nessuno l’ha mai capito davvero, questa è l’ardua verità.), danza e boxe. Come è facile immaginare, si tratta di una disciplina ad alta intensità dove ci si scatena e, fondamentalmente, si prende a pugni l’aria. Ogni tanto, si può tirare il fiato per contorcersi e stiracchiarsi un po’ nei tipici e misteriosi esercizi del pilates.
Che dire, lo trovo semplicemente geniale. Ti diverti, bruci calorie e al tempo stesso hai gli stessi benefici del pilates che da solo, lo dobbiamo ammettere, risulta un po’ noiosetto.
Dopo questa dimostrazione, ho deciso che in futuro, o magari nella prossima vita, mi applicherò per diventare un istruttore di Piloxing. Smettila di sogghignare, per cortesia.
Ho ancora energia da spendere e decido di darmi il colpo di grazia con lo Stikwalking®. Qui, per la prima volta, comincio a temere per la mia incolumità fisica. Che vuoi che sia? Basta salire su uno di questi tappetini inclinati e mettersi a camminare, no?
E invece, agli istruttori la fantasia non manca, il sadismo no di certo. Non hai idea di cosa possono farti fare sopra uno di questi trabiccoli. Cammina all’indietro, corri, salta giù, salta su, cammina con un piede, fai una giravolta, falla un’altra volta, e ricordati di respirare, eh.
E gli stick? Sembravano messi lì apposta per farmi ribaltare.
Giudizio finale? Anche questa attività è bella tosta ed efficace, soprattutto per la parte inferiore del corpo, sempre che tu riesca a uscirne indenne e, ovviamente, a non finire a gambe all’aria.
Ok, sono morto ho finito i miei corsi programmati, e ora posso dedicarmi alla visita degli altri stand.
La zumba ha un padiglione tutto suo, ma sembra più un rave party.
Allontanarsi molto lentamente e tenersi a debita distanza.
L’area dedicata agli integratori e alla nutrizione sportiva è un via vai di gente. Tutti quanti a sgomitare per accaparrarsi una barretta o un biscotto iper-proteico omaggiato da qualche bella puledra sui tacchi a spillo. Io invece decido di sacrificare un paio di diottrie per leggere tutti gli ingredienti di queste inflazionate barrette e concludo che è meglio lasciarle lì. Più che alimenti sportivi, mi sembrano dolciumi potenziati di proteine. Se ho voglia di cioccolato, a questo punto tanto vale fare un salto allo spaccio della Lindt.
Intanto, do una sbirciata alle gare di bodybuilding natural che si tengono in un palco lì vicino. Davvero non so cosa si spalmino addosso per assomigliare a dei Bronzi di Riace, ma “cromature” a parte, hanno dei fisici invidiabili, belli e, almeno in apparenza, raggiungibili da chiunque.
Non sembrano sul punto di esplodere, ecco.
Lo stand, o meglio dire il padiglione, della Reebok è un girone dantesco. Tra le gare di crossfit e il palco infestato da cavallette umane, è l’apoteosi del TUM TUM TUM.
Non mi era mai capitato di fare shopping con le palpitazioni.
E’ d’obbligo una tappa allo stand della Technogym.
C’è da rifarsi gli occhi, ulteriormente. Davvero, i macchinari e gli attrezzi prodotti dall’azienda di Cesena sembrano sempre più affascinanti come design e ricercatezza.
Anche qui il “salire le scale” va di moda e devo dire che la macchina fa il suo dovere alla grande, soprattutto se devi scolpire e modellare un po’ le parti basse. Tostissimo anche lo Skillmill, un macchinario diabolico in grado di trasformarti in una perfetta bestia da soma. Manca solo che ti leghino un macigno al collo.
Per chi ama pompare in palestra, segnalo questo nuovo sistema che hanno ideato per monitorare le ripetizioni sulle macchine isotoniche. Nel monitor laterale viene visualizzato un pallino che va su e giù a seconda del tuo movimento. Se vai troppo veloce o troppo piano, oppure il range non è completo, il pallino passa da verde a rosso, e puoi iniziare a farti rodere dai sensi di colpa.
D’ora in avanti, non potrai più barare.
In alternativa, puoi sempre girare la testa dall’altra parte. 🙂
L’area Foodwell, dedicata al cibo sano e commestibile, si rivela un’oasi di pace e beatitudine, con pochi visitatori e tanti sbadigli, peccato. Se ci fosse stato un barattolo di proteine in polvere a grandezza uomo, la gente avrebbe cominciato a ronzarci attorno come le api, ma a quanto pare le macedonie di mele, ricotta e noci non hanno lo stesso appeal.
Intanto mi consolo con un bel bicchierozzo di acqua alcalina ionizzata. Magari mi sono guadagnato un giorno in più di vita su questo pianeta. O forse uno in meno.
Concludendo
Il mio è il punto di vista di un semplice appassionato, sia chiaro, ma questa edizione mi è piaciuta davvero tanto. Le attività da fare e da provare sono tantissime, anche fuori dalla fiera, e ce n’è per tutti i gusti. Certo, bisogna presentarsi all’evento in piena forma, altrimenti rischi di spomparti subito e poi ti tocca ripiegare sull’area massaggi. E restartene lì in punizione.
La stragrande maggioranza dei corsi, a occhio e croce, sono incentrati sul cardio e sulla tonificazione e, per questo motivo, sono parecchio gettonati da signore e signorine che non vogliono sfigurare in vista dell’imminente prova costume.
A mio modesto parere, è meglio preferire i corsi su prenotazione e con un numero limitato di partecipanti. Nei palchi affollati, con decine se non centinaia di persone, è impossibile essere seguiti dagli insegnanti e non dico che rischi l’infortunio, ma non riusciresti a fare un lavoro completamente efficace.
Se dovessimo rimuovere da RiminiWellness tutta la componente “fun” (via tutti i palchi, via tutte le casse, via tutti gli istruttori scalmanati), secondo me non rimarrebbe molto. E’ una fiera da approcciare in modo attivo. Se ci vai solo per girare tra gli stand e comprarti due barrette di qua e due leggins di là, non so quanto può valere la pena.
Più che una fiera di settore, poi, mi è sembrata una festa del fitness, vivace e ricca di eventi, ma sicuramente un professionista si sarà mosso diversamente e avrà trovato magari spunti interessanti, nascosti da qualche parte.
Per concludere, mi rivolgo a tutti gli appassionati di scultura e arte in generale. Sappiate che, a RiminiWellness, troverete una discreta quantità di materiale su cui posare gli occhi e, una volta fuggiti da lì, sarete costretti a ridiscutere i vostri canoni estetici.
Io, da buon esteta, ho scandagliato ogni singolo stand centimetro su centimetro per trovare finalmente una Donna con la D maiuscola, con un fisico tonico e statuario da fare invidia all’intero genere femminile.
Lasciatevi abbacinare anche voi.
Stay tuned.