o notato che le scelte troppo facili, a lungo andare, non ripagano. Lì per lì, sembrano rassicuranti, piacevoli e seducenti, così alla nostra portata. Peccato che, prima o poi, si rivelano per quello che sono. Delle scelte poco lungimiranti.
Andare a studiare o lavorare all’estero, per esempio, non è da tutti, ma chi lo fa ne esce generalmente arricchito (non dico finanziariamente, eh?). Andare a sudare in palestra richiede più fatica che sgranocchiare popcorn sul divano. Lamentarsi e criticare viene molto più naturale rispetto ad alzare le chiappe e fare qualcosa per migliorare la propria situazione. Mettersi in proprio o avviare un’azienda è tremendamente più complicato che trovare qualcuno che ci paghi uno stipendio ogni mese. Gettare la spugna davanti a un fallimento, poi, si rivela spesso un’opzione più invitante rispetto a quella di rialzarsi, insistere e andare avanti.
Da giovane, potresti pensare di dormire sonni più tranquilli scegliendo un percorso di studi un po’ più in discesa, diciamo così, in modo da avere più tempo per gli hobby e gli amici. D’altronde, come si dice, se non lo si fa da giovani… Poi, però, ti accorgi che chi ha sbattuto veramente la testa sui libri, chi magari si è fatto il mazzo con materie super ostiche come analisi e ingegneria, ha trovato un lavoro migliore, intrapreso una carriera migliore.
Se tutto ciò vale per le scelte di vita più importanti, il discorso si può applicare benissimo a tutte quelle piccole scelte in apparenza banali, ma che, a furia di ripeterle giorno dopo giorno, diventano delle abitudini consolidate, spesso inamovibili. Prendere in mano un libro richiede uno sforzo maggiore che lasciarsi ipnotizzare dalla TV. Studiare è più noioso che giocare ai videogiochi. Mangiare pizza e patatine fritte è senza dubbio più stuzzicante che riempirsi il piatto di tante coloratissime verdurine. Perdonare è più difficile che serbare rancore, così come criticare e puntare il dito in molte circostanze risulta molto più comodo che guardarsi dentro e assumersi le proprie responsabilità.
Le scelte difficili, bisogna ammetterlo, possono essere particolarmente frustranti, dolorose e di certo non esenti da rischi e fallimenti. Però, come ho potuto constatare negli anni, a lungo termine possono paradossalmente (ma mica tanto) rendere la vita più facile. Perché i sacrifici compiuti lungo il cammino, prima o poi, daranno i loro frutti.
E se ciò non dovesse succedere, non importa.
Perché una persona che non si tira indietro davanti alla difficoltà è destinato a crescere, diventare più forte, nonché tirare fuori delle risorse interiori (dette anche “attributi”) che mai pensava di avere. Una persona che si circonda di sfide, piccole o grandi che siano, ha più probabilità di rendere la sua vita intensa e appagante. E se nemmeno questo dovesse succedere, sarà sicuramente una persona che impara, che avrà qualcosa da raccontare.
Personalmente invidio le persone che affrontano senza paura le difficoltà e non si lasciano scoraggiare da esse. Le scelte più difficili spaventano un po’ tutti, richiedono sacrifici che molto spesso non siamo disposti a concedere. Però, di contro, le scelte facili hanno un grande, evidente difetto che soltanto dopo, ma molto dopo, può fare davvero male.
Sono le scelte facili, infatti, che il più delle volte diventano dei facili rimpianti.