Bene, per tutti questi sapientoni venuti alla luce negli ultimi tempi, la scienza ci ha pure fornito una spiegazione coi fiocchi, conosciuta con il nome ormai famigerato di effetto Dunning-Kruger (fa un po’ paura pronunciarlo, non trovi?).
Anche se non ha nulla a che vedere con i film dell’orrore, il suddetto fenomeno fa comunque venire i brividi. In pratica, le persone ignoranti non sanno o non si rendono conto di esserlo. Le persone più esperte e preparate su argomento, invece, si lascerebbero influenzare dal dubbio e sarebbero convinte di non saperne abbastanza. Ergo, chi ne sa tace, chi non ne sa parla a sproposito.
Se ti è venuta la pelle d’oca, siamo in due.
C’è solo un piccolo dettaglio: l’effetto Dunning-Kruger non dice proprio questo. Insomma, le sue reali conclusioni sono un po’ più rassicuranti rispetto a quello che ci hanno sempre fatto credere (che sia l’ennesimo “gomblotto”?) e, soprattutto, le basi scientifiche che lo sostengono non sono nemmeno così solide come ci hanno sempre sbandierato i vari guru del “non so che” (complotto 2, la vendetta).
Vediamo, con calma, perché.
L’effetto Dunning-Kruger riguarda tutti
Per prima cosa, siamo portati a pensare che tale effetto sia una prerogativa di qualcun altro: l’ignorante, il tontolone, il saccente, insomma qualcuno che non siamo noi, per fortuna. Al contrario, l’effetto Dunning-Kruger riguarda ogni Sapiens provvisto di materia cerebrale, senza alcuna distinzione. Quindi, anche te e me.
In origine, il fenomeno scoperto da David Dunning e Justin Kruger nell’ormai lontano 1999 riguardava infatti uno dei tanti bias cognitivi di cui è vittima la nostra mente e ci diceva una cosa molto semplice: il cervello non è in grado di valutare con precisione il nostro grado di competenza o abilità.
In pratica, se io so di essere un frana in matematica e mi viene chiesto di fare un test a tradimento, questo bias mi porterà a pensare che otterrò un punteggio più alto rispetto a quello effettivo. Viceversa, se sono un genio alla Einstein, tenderò a sottostimarlo.
Per farla breve, l’effetto Dunning-Kruger ha a che vedere con una discrepanza, la quale, a sua volta, mette in luce una debolezza del nostro cervello, quella di non saper riconoscere le nostre reali capacità e fornire un giudizio oggettivo su di esse.
Inoltre, questa trappola cognitiva non scatterebbe quando siamo completamente disinformati e all’oscuro di qualcosa (vale a dire delle capre totali), bensì quando abbiamo delle informazioni parziali e magari distorte con le quali, però, siamo chiamati ad arrivare a una qualche conclusione.
L’effetto Dunning-Kruger, tra l’altro, è stato smentito
Ora che abbiamo chiarito il significato autentico di questa pompatissima scoperta scientifica, ci interesserà molto sapere che le sue conclusioni sono state smentite da due studi, pubblicati rispettivamente nel 2016 e nel 2017, da parte di Ed Nuhfer e colleghi.
Da questi esperimenti, emerge con chiarezza come le persone tendano a sottostimare o sovrastimare le proprie conoscenze riguardo a una certa materia con la stessa frequenza, siano esse ferratissime oppure no. In particolare, l’effetto Dunning-Kruger può essere replicato utilizzando una serie di dati del tutto casuali generati al computer, cosa che non pende proprio a favore della sua scientificità.
Non è vero, insomma, che chi non sa, non lo sa. Dipende.
Magari un giorno mi sento particolarmente ottimista e la sparo grossa sul mio punteggio, e il giorno dopo, assalito da un attacco di pessimismo cosmico acuto, la mia autostima si scioglierà come neve al sole.
Insomma, questa naturale inclinazione del nostro cervello può essere distorta in mille modi a seconda del contesto, dell’ambiente e della persona stessa.
Ci sono troppe variabili in gioco e troppe variabili, lo sappiamo, creano solo tanto, incessante rumore.
Concludendo
Non sappiamo ancora perché i social brulichino di così tanti fanfaroni, però una cosa è certa: a questo riguardo, non tiriamo in ballo, per favore, la scienza. Perché l’effetto Dunning-Kruger, per quanto ci sia stato venduto come una spiegazione esaustiva e definitiva a un fenomeno che diamo ormai per scontato (che sia un bias anche questo?), è tuttora dibattuto in ambito scientifico.
E, se hai avuto la fortuna di capitare su questo articolo, forse sei uno dei pochi che potrà conoscere e custodire questa verità. 😉