Sarà vero che usiamo soltanto il dieci per cento del nostro cervello? Assolutamente no, è pura mitologia e lo sanno anche i sassi, ma una cosa è certa: non lo usiamo MAI abbastanza. Potremmo usarlo meglio, ecco.
Lo so, sto per dire un’eresia “anatomica”, ma quel sofisticatissimo organo che troviamo alloggiato nella scatola cranica è parecchio simile a un muscolo.
Quando lo facciamo lavorare, e intendo lavorare per davvero, questo inizia a fare fatica. Inizia a fare proprio male. Se ci avviciniamo a qualcuno che sta spremendo al massimo ogni singolo neurone, vedremo una sofferenza animale dipinta sul suo volto. Se proviamo a chiedergli qualcosa, non riuscirà a darci retta.
Eh, già. Siamo proprio fortunati ad avere una macchina così meravigliosa, che sprizza potenzialità da tutti i pori, ma è anche un po’ una fregatura.
Come guidare una Ferrari in pieno centro a Milano.
Oltre a consumare un sacco di energia, la nostra mente non cessa mai di produrre pensieri, nemmeno quando dormiamo. Molto spesso, questi sono piuttosto rudimentali, legati cioè a sensazioni o stati emotivi, come per esempio “si schiatta di caldo”, “mi sto annoiando” oppure “quando arriva il week-end?”.
Altre volte, invece, sono ricorrenti e ossessivi. Si ripetono come un film già visto e rivisto, con gli stessi schemi, le stesse conclusioni. Dove non accade mai nulla di nuovo.
Della serie: “caspita, questa relazione con XY mi sta consumando, forse dovrei metterci subito la parola fine, ma non posso, sarebbe troppo doloroso, proviamo ad andare avanti e vedere come la va”. Oppure, della serie: “anche oggi non sono riuscito a fare XYZ, sono proprio una frana, tutti gli altri ci riescono e io no, che cosa c’è di sbagliato in me?”.
Infine, non dimentichiamo quelle attività cerebrali di routine, a basso “impatto”, diciamo così. Il nostro cervello, abituato a compierle tutti i giorni, le trasforma in automatismi e, grazie a questa sorta di pilota automatico, non ci costano troppa fatica.
Tirando le somme, per la maggior parte del tempo la nostra potentissima “Ferrari” procede a regimi non proprio esaltanti. Senza trovare né idee, né soluzioni. Senza imparare cose nuove e utili. Senza portare a termine compiti magari importanti.
Se ci aggiungiamo poi il boom dei dispositivi digitali, la faccenda si complica.
Bombardati come siamo da questa grandine quotidiana di stimoli e distrazioni, la nostra mente trascorre sempre più tempo a “reagire” piuttosto che a costruire. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, siamo chiamati a rispondere al messaggio di Tizio, guardare distrattamente la “story” di Caio o sorbirci le lamentele di Sempronio. Perdiamo il controllo del nostro tempo e delle nostre azioni.
Così il cervello si impigrisce e, non appena cerchiamo di farlo sgobbare un po’, lui inizia a scalciare e dibattersi come un bambino capriccioso.
Capita anche a te?
Così come torturiamo i nostri muscoli in palestra per farli crescere, anche il cervello andrebbe allenato con regolarità. Più lo mettiamo alla prova, più lui imparerà a gestire le energie e diventare più resistente a sforzi e sollecitazioni di vario tipo. Altrimenti, tirerà i remi in barca e continuerà a girare in tondo, in affanno, come un criceto in sovrappeso.
Ritornando all’immagine della palestra, quindi, il cervello ha bisogno di attrezzi con cui allenarsi e progredire.
Un esempio? Mettersi lì a risolvere un problema qualsiasi. Che ne so, un rebus, oppure uno di quei diabolici esercizi di matematica che ci propinavano a scuola. Probabilmente, il nostro cervello cercherà di prendere qualche scorciatoia riducendo al minimo il dispendio di energia. Troverà magari una soluzione rapida, ma imprecisa, se non del tutto sbagliata. Questo, in psicologia cognitiva, è chiamato Sistema 1, o pensiero veloce. Quando il cervello comincia a “fondere”, invece, stiamo passando al Sistema 2, vale a dire il pensiero lento e analitico. Questo è un po’ più lumaca, ma sulla lunga distanza è decisamente più efficace.
In altri termini, il Sistema 1 è come un soldato di fanteria che spara all’impazzata non appena intravede il nemico. Invece il Sistema 2 è un tiratore scelto che, prima di premere il grilletto, si mette lì con calma a misurare la velocità del vento e la forza di Coriolis.
Ma se equazioni o giochi enigmistici possono risultare troppo astratti, ci sono tantissimi altri modi che hanno un risvolto più pratico nella vita quotidiana.
Butto lì qualche spunto che mi viene in mente.
- PENSIERO STRATEGICO
Prendiamo un problema che ci tormenta o un aspetto che vorremmo cambiare della nostra esistenza. Invece di frignare o fare la prima cosa a casaccio, proviamo a buttare giù una serie di tattiche e azioni che siano attuabili nel tempo ed efficaci per raggiungere l’obiettivo. Sì, come in guerra. Ogni volta che ci provo, sappilo, i miei neuroni proclamano lo sciopero generale. - CHE EMOZIONE!
Basta lasciarsi consumare dalle emozioni. Queste possono essere osservate, elaborate, gestite. Prendiamo del tempo per domandarci: quali sono quelle che guidano le mie scelte? Sono in grado di controllarle e fare in modo che mi rendano la vita più soddisfacente? Stessa cosa per le relazioni: come le sto coltivando e cosa potrei fare per migliorarle?
Non c’è bisogno di scomodare Freud, però, mi raccomando. - AUTOCRITICA DURA E PURA
Altro esercizio difficile: guardare cosa non va in noi e nei nostri comportamenti. Analizzare nel dettaglio gli errori, i punti deboli, i fallimenti, in modo onesto e distaccato, e assumerci le nostre responsabilità. Smantellando gli alibi che ci siamo costruiti, i muri di cemento armato che abbiamo eretto per difendere il nostro orgoglio. Prima di farlo, magari, facciamo una bella scorta di kleenex. - CONCENTRAZIONE LASER
La mente vaga in continuazione, lo sappiamo. Questo esercizio consiste appunto nel mantenere l’attenzione verso un solo oggetto alla volta (UNO SOLO, eh?) per un periodo più o meno lungo, come se puntassimo un raggio laser. Non serve mettersi seduti nella posizione del loto per quattordici ore filate. Leggere un libro o fare una presentazione in powerpoint, senza lasciarsi distrarre dal gatto o dal collega di turno, è già un buon inizio. - FARE QUALCOSA DI DIFFICILE
Per ovvi motivi, tendiamo a concentrarci sulle attività che ci vengono più naturali o richiedono poco sforzo. Ogni tanto, però, dedicarci a qualcosa di impegnativo o completamente nuovo può aiutarci a smaltire quella ruggine di troppo. Purché sia veramente, ma veramente, ma veramente, difficile. E purché non ci uccida. 😊 - DATI, DATI, DATI E ANCORA DATI
Prima di prendere una decisione o farci un’opinione su qualcosa, andiamo a caccia di dati da prendere come punto di partenza. In particolare, concentriamoci su numeri, analisi, statistiche, insomma, sulle cose più noiose possibili. Ti assicuro che trovare il dato giusto, in mezzo alla valanga di informazioni di cui disponiamo oggi, è come scovare un quadrifoglio nel prato di casa. - SEMPLIFICARE, SEMPLIFICARE, SEMPLIFICARE
Tutti siamo maestri nel complicare le cose. Creare problemi dove non ci sono. Dilungarci invece di sintetizzare. Aggiungere e moltiplicare, piuttosto che sottrarre e dividere. Non sembra, ma la semplicità è una vera sfida per le nostre cervella. Un suggerimento per iniziare? Una cosa che non faccio mai, cioè fare un po’ di ordine in casa. - PENSIERO LATERALE E OBLIQUO
Non è che dobbiamo per forza immergerci in una vasca di acqua tiepida fino a quando non ci viene da strillare EUREKA! Però potremmo guardare ogni tanto le cose da un’altra prospettiva. Dubitare di qualche certezza. Fare domande inopportune. Percorrere strade che nessuno ha mai battuto. Pensare controcorrente. Fare qualcosa di un po’ creativo.
Quella dannata lampadina si accenderà, prima o poi.
Mi fermo qui, anche perché il mio cervello, non so il tuo, è già stanco e provato al solo pensiero di tutto questo sgobbare. Comunque, se mai ti verrà voglia di metterli in pratica, tieni sempre a mente le parole del più grande cervellone di tutti i tempi, Albert Einstein.
Se non sei confuso, non stai pensando.
Ma non pensarci troppo, eh? 😊