Ansia e stress, se non controllati, possono diventare proprio delle brutte bestie.
Ma cosa sono esattamente, e come possiamo affrontarli? Ci sono delle definizioni cliniche ben precise per entrambi, naturalmente, ma io preferisco descriverli in questo modo.
Lo stress? E’ la tirannia del presente. Troppe cose da fare, troppe cose da seguire nello stesso momento. La mia mente è assediata da ogni lato e si affanna per trovare una via di uscita. Passo da un’attività all’altra a ritmo frenetico, non riesco più a organizzarmi. Perdo lucidità, perdo la visione del futuro. Sono schiavo di un istante.
L’ansia? Un enorme spettro che incombe dal futuro. La mia mente si lancia verso l’ignoto e si lascia atterrire dagli eventi che potrebbero accadere o dalle conseguenze che potrebbero derivare dalle mie azioni.
Immagini catastrofiche e distorte iniziano a scorrere una dietro e l’altra: perderò il lavoro, passerò il resto della vita da single, non farò mai in tempo, verrò sgridato, criticato, deriso. Fallirò.
Il futuro si spalanca davanti a me non più come un’opportunità, ma come una minaccia.
E, proprio come un’associazione a delinquere, lo stress genera ansia, e l’ansia genera altro stress, e più ci lasciamo trascinare in questo circolo vizioso, più è difficile venirne fuori.
Eppure, secondo questo studio di MindLab riportato dal sito Linkiesta, affrontare nemici tanto agguerriti sarebbe molto più semplice di quanto pensiamo.
Altro che psicoterapeuti, altro che meditazione, basta ascoltare un po’ di musica e, in particolare Weightless della band Marconi Union, per ridurre addirittura fino al 65% il nostro livello di ansia.
Dura 10 minuti ed è considerato uno dei brani più efficaci al mondo per rilassarsi e schiarirsi la mente. Anzi, pare che sia stato realizzato proprio per questo scopo.
Ora non mi è ben chiaro come sia stato condotto questo studio né come siano riusciti ad arrivare a simili risultati, ma non appena letta la notizia, ho lanciato Spotify gonfio di curiosità e di speranza e mi sono messo ad ascoltare, tutto d’un fiato, questo presunto brano dalle proprietà miracolose.
Ha avuto l’effetto sperato? Beh, non proprio.
Adoro la musica e vorrei ridurre stress e ansia più di ogni altra cosa, ma a me personalmente questo brano fa venire un po’ di prurito. Sarà che ho troppa fretta. Sarà che mi sono imbruttito troppo e non sono più capace di rilassarmi, ma quando mi metto ad ascoltare musica del genere, la cosiddetta musica “Ambient”, mi viene da strillare al suo autore.
Cribbio, vieni al punto!
Dai, sto scherzando. Mi sono preso qualche minuto e sono riuscito ad ascoltarlo fino alla fine.
Ho iniziato a vedere astronauti muti e trasognati che danzavano nel cosmo. Ho immaginato uomini giganti, dai capelli lunghi e dalle pelle di quarzo, che arrancavano lungo deserti rocciosi e praterie sconfinate. Ho letteralmente viaggiato pur restando fermo.
Mi è bastato prendermi del tempo per ascoltare.
E, almeno per un po’, funziona.