Le modalità di consultare la posta elettronica si stanno moltiplicando a vista d’occhio, e creare una newsletter che vada bene per tutte le piattaforme diventa sempre più difficile.
C’è chi non visualizza le immagini, per esempio, o chi legge i testi in un font completamente diverso da quello scelto. Sulle nuove versioni di Outlook, il lettore difficilmente vedrà animazioni e immagini di sfondo. E se riceverà l’e-mail sul suo nuovissimo smartphone, è probabile che dovrà scorrere il messaggio in orizzontale per poterlo leggere in ogni sua parte.
Negli ultimi anni, se ancora non ce ne siamo accorti, le modalità di consultare la posta si sono moltiplicate. Già era un bel problema ottimizzare le newsletter per tutti i programmi client e le web-mail in circolazione. Oggi la situazione si complica ulteriormente con il rapido diffondersi di dispositivi mobile come le “tavolette” e i “telefoni intelligenti”.
Adattare un messaggio per così tante piattaforme e con risoluzioni così diverse tra loro è una strada tutta in salita. Dovremmo spendere una fortuna in tempo e risorse per concepire messaggi e newsletter che assomiglino all’idea “originale” su qualunque dispositivo io lo stia guardando. E si vedrà il risultato sperato soltanto semplificando al massimo la grafica ed eliminando per quanto possibile fronzoli e orpelli.
Se vogliamo sfruttare le posta elettronica come strumento di marketing, ma senza impazzire, ci tocca scendere a dei compromessi.
Il primo compromesso. Analizziamo il comportamento dei nostri destinatari e ottimizziamo le nostre newsletter soltanto per quei dispositivi/programmi/browser maggiormente utilizzati da chi già ci legge.
I programmi di e-mail marketing più evoluti forniscono statistiche dettagliate sulle abitudini dei nostri iscritti. Così, se scopro che il 90% dei miei clienti legge la newsletter su iPhone, il gioco è fatto. In fase di test, mi sarà più facile concentrarmi su un solo dispositivo.
Il secondo compresso? Accettare il fatto che la mia newsletter non deve vedersi allo stesso modo da chiunque. L’idea di poter controllare ogni elemento della comunicazione è ormai al tramonto.
Bisogna prendere atto che alcuni utenti leggeranno soltanto la parte testuale, oggetto compreso, e non scaricheranno mai le immagini, magari perché la copertura internet del telefonino è troppo debole. Che qualcuno dovrà “scorrere” con le dita più di altri per leggere la newsletter fino in fondo. E gli esempi possono essere tantissimi.
Il contenuto diventa in qualche modo “fluido” e si deve adattare alla caratteristiche di ciascun destinatario. L’obiettivo non è più quello di uniformare a tutti i costi l’aspetto grafico, ma fare in modo che, anche con i programmi di posta più “rognosi”, il contenuto sia sempre leggibile e non per forza “bello”.
Ciò non significa affatto che il design di un’e-mail debba essere trascurato o lasciato al caso. Quello che voglio dire è che, se il nostro messaggio apparirà diverso da come lo avevamo immaginato, questo non costituisce un problema così grave e non deve farci perdere troppo tempo in correzioni e aggiustamenti potenzialmente infiniti.
Il mito della newsletter che deve vedersi allo stesso modo da chiunque ha fatto il suo tempo, perlomeno fino a quando non verranno definiti nuovi standard per la posta elettronica.